sabato, Settembre 30, 2023
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Woody Allen contestato a Venezia: tensione sul red carpet

Un gruppo di manifestanti che manifestavano contro quella che chiamavano la “cultura dello stupro” del Festival del Cinema di Venezia hanno marciato davanti al tappeto rosso del festival durante la première mondiale di Coup de Chance di Woody Allen.

Il gruppo, composto da circa 20 persone, ha gridato slogan come “nessuna cultura dello stupro”. Si legge anche “parliamo a nome di coloro che non hanno voce in capitolo contro il regista predatore”, e ancora “uno stupratore non è un uomo malato, è il figlio sano del patriarcato”. Qualcuno scrive anche “Nessun riflettore per i registi stupratori” e “Il maschio alfa non esiste”.

I manifestanti hanno iniziato la loro manifestazione proprio mentre Allen metteva piede sul red carpet del suo film. Si sono fermati poco oltre il tappeto, formando una fila e togliendosi le magliette prima di cantare ancora.

La manifestazione è durata solo pochi minuti prima che la polizia li conducesse fuori dall’area del festival.

Woody Allen: la manifestazione a Venezia

Tra i manifestanti c’era Melania, una donna che ha riferito che stavano protestando “contro la cultura dello stupro di questo festival, che celebra gli uomini accusati di aggressione, mentre nel nostro paese c’è un’epidemia di femminicidi”.

Ha parlato anche un’altra manifestante, Martha, che fa parte di un gruppo di collettivi sociali transfemministi di Venezia. Lei ha contribuito a organizzare la protesta.

La donna dichiara che il gruppo ha deciso di protestare contro la decisione del festival cinematografico di invitare non uno ma tre registi che hanno, complessivamente, 17 accuse di violenza sessuale contro di loro.

Ha, inoltre, aggiunto che si tratta in tutti e tre i casi di uomini bianchi potenti e influenti. Tutti uomini che il sistema giudiziario tende a trattare con indulgenza.

L’intento della protesta era quello di inviare un messaggio che invitando questi uomini al festival mandi un messaggio che normalizzi ed enfatizzi la cultura dello stupro. Aggiungono, inoltre, che questo meccanismo rende le vittime invisibili.

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