La catena di fai-da-te sostiene il movimento “no-dig” che è stato lanciato dal giardiniere britannico Charles Dowding, il quale afferma che i giardinieri non dovrebbero non zappare il giardino, ma aiutare il terreno a rigenerarsi naturalmente spargendo compost sulla superficie e lasciando che i vermi facciano il lavoro di scavo.
La teoria di B&Q
Secondo Tim Clapp, responsabile della gamma di prodotti presso Kingfisher, l’azienda madre della catena di fai-da-te, esiste un metodo alternativo “no-dig” rispetto al tradizionale consiglio orticolo.
Potrebbe sembrare un consiglio sorprendente per un negozio che vende zappe, forche e cazzuole da giardino per preparare aiuole di fiori e ortaggi.
Tuttavia, il signor Clapp sosteneva il movimento “no-dig” che è stato lanciato dal giardiniere britannico Charles Dowding.
Secondo l’orticoltore e scrittore inglese, i giardinieri possono aiutare il terreno a rigenerarsi naturalmente spargendo uno strato di compost sulla superficie una o due volte all’anno e lasciando che i vermi facciano il lavoro di scavo.
Il signor Dowding spiega sul suo sito web che quando il terreno viene rivoltato, si riprende dal disturbo producendo crescita di erbe infestanti. Al contrario, quando viene lasciato incolto, ha meno bisogno di riprendersi e quindi produce meno erbacce.
Le alternative
“[Lo scavo] è il vecchio modo di fare le cose. Quello che oggi vogliamo dire è che in realtà è un lavoro abbastanza faticoso”, ha detto il signor Clapp.
“E crediamo che ci sia un modo alternativo per farlo e per questo dobbiamo ringraziare Charles Dowding e i suoi metodi.”
Il signor Clapp ha affermato che lo scavo danneggia batteri e funghi nel terreno, oltre a causare la formazione di anidride carbonica, un gas serra, quando il carbonio sepolto nel terreno viene esposto all’aria.
“L’anidride carbonica è come la colla presente nel terreno. Più è alto il contenuto di carbonio, meglio è. Ma ovviamente, scavando, stiamo esponendo quel carbonio all’ossigeno presente e si trasforma in CO2”, ha spiegato il signor Clapp.
“Con il sistema no-dig, possiamo effettivamente riportare il carbonio nel terreno ed è una cosa davvero positiva che possiamo fare”.