Dwayne “The Rock” Johnson ha raccontato in maniera aperta le sue battaglie contro la depressione
L’attore, in particolare, attribuisce alle sue figlie il merito di essere la sua “grazia salvifica”.
Dwayne Johnson e la depressione: “Non sapevo cosa fosse“
Dwayne Johnson, come riporta Fox News, ha raccontato sul podcast “The Pivot” di aver avuto “tre attacchi di depressione” nel corso degli anni.
“La prima volta che la depressione mi ha colpito ero all’Università di Miami. Sono entrato. Stavo andando fuori di testa. Sarei stata l’unica matricola a giocare. E a quel tempo eravamo campioni nazionali“, ha spiegato, in riferimento ai suoi primi approcci con il football americano.
Tuttavia un infortunio alla spalla ha posto fine alla sua carriera sportiva: “Questo mi ha mandato in tilt. Non volevo andare a scuola. Ero pronto ad andarmene. Ho lasciato la scuola. Non ho fatto esami intermedi e me ne sono andato“.
Iniziarono così i suoi primi problemi, sebbene all’epoca non fosse consapevole di essere in una fase di depressione: “La cosa interessante, a quel tempo, è che non sapevo cosa fosse“.
E ha continuato: “Non sapevo cosa fosse la salute mentale. Non sapevo cosa fosse la depressione. Sapevo solo che non volevo essere lì. Non andavo a nessuna delle riunioni del team. Non partecipavo a niente“.
Le fasi della sua vita segnate dalla depressione
Johnson, a seguire, si dedicò al wrestling, seguendo le orme di suo padre, il wrestler Rocky Johnson. “Dico sempre che giocare nella NFL è diventata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Perché ha davvero contribuito a plasmare chi sono“.
Ma quel sollievo deriva solo dal beneficio del senno di poi, e ha spiegato di aver affrontato altri episodi legati alla depressione nel corso della sua vita.
“A quel tempo, è stato difficile per me, e ancora una volta, non sapevo cosa fosse“, ha detto Johnson. “Anni dopo, l’ho affrontata di nuovo quando ho divorziato“, non sapevo cosa fosse”.
Alla fine, Johnson ha imparato meglio come affrontare e chiedere aiuto quando ne aveva bisogno: “Intorno al 2017 o giù di lì, l’ho attraversata un po’ ma sapevo cosa fosse in quel momento“.
“E fortunatamente in quel momento avevo degli amici su cui potevo appoggiarmi e dire: ‘Ehi, sai che mi sento un po’ traballante ora’“.