Greenpeace Italia ha suonato il campanello d’allarme pubblicando il terzo rapporto “Mare caldo”, realizzato dai ricercatori del Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e della vita dell’università di Genova. L’intento della ricerca era quello di monitorare gli eventuali impatti della crisi climatica sui mari italiani. Il rapporto “Mare Caldo” ha mostrato dati niente affatto positivi, che ci parlano di un aumento generalizzato delle temperature e con conseguenze potenzialmente anche molto gravi su flora e fauna di tutto il Mediterraneo.
Si intensificheranno gli eventi climatici estremi
Il rapporto “Mare Caldo” ci parla anche di una probabile intensificazione degli eventi climatici estremi in tutto il Mediterraneo. Nei primi tre anni del progetto, i ricercatori hanno analizzato qualcosa come oltre un milione di dati di temperatura provenienti da ben nove luoghi differenti. Tale analisi hanno trovato tutti i segni riconducibili agli effetti del riscaldamento globale, che in molti casi sarebbero anche irreversibili. Secondo il rapporto “Mare Caldo” di Greenpeace, tra giugno e settembre 2022 nell’Isola d’Elba si è assistito a un aumento anomalo di 2° rispetto alle medie mensili di tutti gli anni precedenti.
Tanti i segni preoccupanti emersi da”Mare Caldo”
In tutte le zone monitorate, inoltre, hanno segnalato dei chiari segni di sbiancamento e necrosi in diverse specie come le gorgonie, la madrepora e le alghe corallinacee incrostanti. Secondo gli esperti, questi segni sarebbero dovuti proprio al riscaldamento delle acque. Non solo, proprio all’Isola d’Elba sarebbe anche aumentata la frequenza di mortalità della madrepora Cladocora caespitosa. Il problema coinvolge tutti i mari italiani, dal Tirreno fino all’Adriatico, dove, nella zona di Trieste, i ricercatori hanno analizzato anche degli eventi di moria di massa di un mollusco bivalve chiamato Pinna nobilis. L’aumento delle temperature avrebbe anche già causato drammatici cambiamenti nella biodiversità marina. Ciò dovrebbe sensibilizzare molto tutti per evitare ulteriori stravolgimenti della biodiversità marina.
Greenpeace Italia ha poi ricordato che la corretta gestione delle attività umane potrebbe avere un impatto locale, ma senza politiche climatiche ed energetiche adeguate, non riusciranno ad abbattere le emissioni di gas serra.