Papa Francesco ha presieduto la Messa in piazza San Pietro durante la Domenica di Pasqua del 2023, prima di concedere la tradizionale benedizione Urbi et Orbi alla presenza di circa 100.000 persone.
In una giornata di primavera soleggiata e fresca a Roma, il Papa ha ricordato che la Pasqua è “il giorno più importante e più bello della storia”, il giorno in cui Cristo è risorto dai morti.
“Che la Chiesa e il mondo si rallegrino, perché oggi le nostre speranze non si scontrano più con il muro della morte, poiché il Signore ci ha costruito un ponte verso la vita“, ha detto dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro.
Seguendo una tradizione che dura da 38 anni, il sacrato della Basilica di San Pietro è stata decorata con una varietà di oltre 35.000 fiori e piante provenienti dai Paesi Bassi.
Papa Francesco, che è tornato al Vaticano il 1° aprile dopo tre giorni in ospedale a Roma per curarsi contro una bronchite, ha presieduto una intensa settimana di liturgie in Vaticano e a Roma durante la Settimana Santa e la Pasqua.
A causa del freddo, non ha partecipato alle Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, ma ha comunque mantenuto il consueto programma papale.
Trecento sacerdoti, 15 vescovi e 31 cardinali hanno concelebrato la Messa della Domenica di Pasqua del Papa Francesco il 9 aprile. Il cardinale Battista Re ha celebrato all’altare a causa delle difficoltà del Papa nel camminare e stare in piedi.
La lettura del Vangelo, Giovanni 20:1-9, è stata proclamata in latino e greco. Il passo racconta il momento in cui Maria Maddalena e gli apostoli Pietro e Giovanni hanno trovato la tomba vuota dopo la risurrezione di Gesù.
Come di consueto, Francesco non ha tenuto una omelia dopo il Vangelo, ma si è fermato per alcuni momenti in preghiera silenziosa.
Il papa ha anche partecipato il 9 aprile al “Resurrexit”, un antico rito che onora un’icona del Santo Salvatore.
La sequenza rituale, cantata in latino, ricorda come l’apostolo Pietro, di cui il papa è il successore, sia stato uno dei primi testimoni della risurrezione di Cristo, dopo Santa Maria Maddalena.
Mentre veniva cantato il “Resurrexit”, i diaconi hanno aperto i pannelli dell’icona del Santo Salvatore accanto all’altare.

Dopo la Messa, Papa Francesco ha salutato le circa 45.000 persone radunate in Piazza San Pietro dalla papamobile.
Ha guidato intorno alla piazza e alla strada adiacente per quasi 15 minuti prima di tornare alla basilica per dare il messaggio e la benedizione Urbi et Orbi a mezzogiorno.
Quando Papa Francesco è uscito sul balcone, una banda ha suonato porzioni dell’inno nazionale italiano.
“Urbi et Orbi” significa “Alla città di Roma e al Mondo”. È una benedizione apostolica speciale data dal papa ogni anno durante la Domenica di Pasqua, il Natale e altre occasioni speciali.
“Oggi è Pasqua, il Passo, una parola che significa ‘passaggio’, poiché in Gesù è stato fatto il passaggio decisivo dell’umanità: il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione in Lui. In Lui, il Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con gioia sincera, Buona Pasqua a tutti!”, ha detto.
Ha augurato che questa Pasqua sia “un passaggio dall’afflizione alla consolazione”, specialmente per i malati, i poveri e i sofferenti.
“Non siamo soli: Gesù, il Vivente, è con noi, per sempre”, ha detto. “Che la Chiesa e il mondo si rallegrino, perché oggi le nostre speranze non si scontrano più con il muro della morte, poiché il Signore ci ha costruito un ponte verso la vita”.
Nel suo messaggio, Papa Francesco ha pregato per le persone nei paesi che soffrono a causa della guerra, dei conflitti o dei disastri naturali, tra cui Ucraina, Russia, Turchia, Siria, Gerusalemme, Libano, Haiti, Nicaragua e Myanmar.
Ha chiesto al Signore di aiutare i paesi africani del Sud Sudan, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Tunisia, Eritrea, Burkina Faso, Mali, Etiopia e Mozambico.
“Incitiamo a superare con rapidità i nostri conflitti e le nostre divisioni, ad aprire i nostri cuori a coloro che sono in maggiore bisogno. Accorriamo a percorrere sentieri di pace e fraternità. Rallegriamoci dei segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a cominciare da coloro che offrono assistenza e accoglienza a tutti coloro che fuggono da guerra e povertà.”
“Sì, fratelli e sorelle, a Pasqua il destino del mondo è stato cambiato e in questo giorno, che coincide anche con la data più probabile della risurrezione di Cristo, possiamo gioire nel celebrare, per pura grazia, il giorno più importante e più bello della storia.”
“Cristo è risorto; è veramente risorto!” In questa tradizionale proclamazione delle Chiese dell’Oriente: “Christòs anesti!”. Quella parola “veramente” ci ricorda che la nostra speranza non è un’illusione, ma la verità! E che, alla luce della Pasqua, il cammino dell’umanità, segnato ora dalla speranza, avanza con maggior rapidità”.