Martha Stewart ha lanciato una sonora critica alle aziende americane per aver consentito al personale di lavorare da casa.
E, come riporta il Daily Mail, avverte che l’America “andrà in malora“: ecco il suo pensiero a riguardo.
Martha Stewart, attacco alle aziende che favoriscono il lavoro da casa
Martha Stewart ha duramente criticato le aziende per aver consentito ai dipendenti di lavorare da casa, affermando che ciò porterà l’America “in malora“.
La conduttrice tv, 81 anni, ha condiviso i suoi pensieri sul lavoro a distanza in un’intervista con Footwear News, pubblicata lunedì.
In particolare, ha sostenuto che le persone non possono “probabilmente fare tutto lavorando tre giorni alla settimana in ufficio e due giorni a distanza“.
La cuoca, autrice, personaggio televisivo e magnate dei media, ha svelato nel dettaglio il suo fitto programma di lavoro e ha persino rivelato che “ha continuato a lavorare cinque giorni alla settimana” durante la pandemia da Coronavirus.
La Stewart ha un valore stimato di $400 milioni grazie al suo impero, la compagnia Martha Stewart Living Omnimedia.
La critica dell’imprenditrice e i dati sul lavoro da remoto
I commenti dell’imprenditrice arrivano in un momento in cui un numero crescente di aziende offre ai propri dipendenti un modello di lavoro ibrido. Molte, infatti, richiedono ai propri dipendenti di lavorare in ufficio solo pochi giorni a settimana.
La Stewart ha paragonato l’attuale approccio americano al lavoro con la Francia, definendolo “un paese non molto fiorente“.
Ha notato che molte aziende francesi consentono ai propri dipendenti di prendersi un lungo periodo di assenza dal lavoro durante i mesi estivi, con molti che ricevono 30 giorni all’anno di ferie pagate.
«Non è un paese molto fiorente. L’America dovrebbe andare in malora perché la gente non vuole tornare a lavorare?“, il suo giudizio schietto.
Il mese scorso è stato rivelato che il numero di aziende che offrono al personale la possibilità di lavorare da casa è aumentato di nuovo rispetto ai tre mesi precedenti.
I dati raccolti da Scoop Technologies affermano che il numero di aziende che richiedono la presenza a tempo pieno in ufficio è diminuito dal 49% di marzo a solo il 42% di maggio.